Un tè come Michela Zalunardo

Cosa leggerai nell'articolo

  1. Chi è Michela Zalunardo?
Conosciamo Michela Zalunardo, illustratrice che per decorare la Box del mese si è ispirata alle onde, al loro movimento travolgente, così come può essere travolgente l'aroma delle foglie di tè.
Con questa breve intervista scopriremo qualcosa di più su di lei e il mondo che le dà ispirazione.

Chi è Michela Zalunardo?

Ciao! Mi chiamo Michela e sono un'illustratrice. Mi sono laureata all'Accademia di Belle Arti di Venezia, indirizzo NTA (Nuove Tecnologie per le Arti) e successivamente ho frequentato la Scuola Internazionale Comics di Padova, scegliendo l'indirizzo di Illustrazione. M.ela è lo pseudonimo che mi accompagna ed è per me una sorta di rifugio, in cui mi sento al sicuro e dove riesco a stare sola con me stessa. Passo il mio tempo a creare mondi immaginari usando il disegno come mezzo espressivo, e mi piace cercare di volta in volta la soluzione migliore per dire qualcosa.

Quando e come hai iniziato a illustrare?

Ho sempre scarabocchiato fin da piccola, ma ho iniziato ad interessarmi nello specifico a questo mondo grazie ad un corso universitario sull'illustrazione, dove ho capito quanto forte potesse essere il disegno come veicolo per comunicare un messaggio. Ogni immagine ci dice qualcosa (anzi tantissime cose), e quando sei tu a dover crearla ti si apre un mondo, dove entrano in gioco tantissimi fattori.
In particolare l'albo illustrato è per me qualcosa di magico, dove si nasconde un alto potenziale espressivo che unisce testo e immagine.

Che cosa ti ispira nel tuo lavoro? Quali sono gli step che ti portano a realizzare un'illustrazione?

Quando devo realizzare un'illustrazione, affronto la prima fase di progettazione con una serie di bozzetti in cui inserisco anche parole chiave che mi aiutano ad entrare più in profondità, scartando le prime idee che solitamente sono frutto di luoghi comuni o cose già viste. Guardo diverse immagini, più o meno inerenti, cercando reference o ispirazione. Internet velocizza molto questa fase di ricerca, ma mi aiuta molto anche distrarmi, ripensarci a distanza di giorni (avendo il tempo di farlo) o mentre faccio altro. Poi scelgo l'idea che mi sembra più adatta in base alla tipologia di lavoro e ai limiti del caso, in base ai quali decido anche la tecnica.
Mi piace lavorare sia a mano che in digitale, non credo che una tecnica sia superiore o inferiore all'altra. E infine, realizzo il definitivo.

Che cosa ti ispira mentre lavori?

Sicuramente guardare continuamente il lavoro di altri illustratori è fondamentale, c'è sempre molto da imparare.
A partire dai pionieri dell'illustrazione come Leo Lionni, Maurice Sendak, Wolf Erlbruch, Štěpán Zavřel, Quentin Blake, per arrivare a Suzy Lee, Isabelle Arsenault , Felicita Sala, Beatrice Alemagna, ma anche tantissimi illustratori emergenti.
Mi hanno formata le letture di Hans Christian Andersen, Gianni Rodari, Dino Buzzati, Bruno Munari, e i film d'animazione di Sylvain Chomet, Hayao Miyazaki, Vincent Paronnaud e tutti i film Disney.

L’avventura di Teatips: come è nata l'illustrazione e cosa ti ha aiutato nell’illustrare la box?

Per Teatips ho illustrato la box di giugno, che comprende una selezione di tè giapponesi. Una caratteristica particolare è il sentore marino che alcuni di questi tè ricordano.
Ho scelto di utilizzare l'elemento del mare che nella tradizione artistica giapponese è molto forte: da una guida giapponese che spiega come disegnare le onde, ho ripreso alcuni elementi visivi. Il te che esce dalla teiera shiboridashi diventa un mare su cui una ragazza si ritrova a navigare. Un'immagine fantastica per esprimere al meglio un tema astratto.
Teatips mi ha conquistata sin da subito, mi piace il progetto di Elisa e la cura con cui realizza questi packaging. Vedere la propria illustrazione stampata su queste box è una bella soddisfazione!

La foto è stata realizzata da Giovanni Basso.